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Corsi amministratori condominio: obbligo o necessità?

Immagina una scena teatrale: sipario aperto, luci soffuse. Un condominio qualsiasi, una sala riunioni improvvisata tra garage e biciclette accatastate. Al centro della scena, l’amministratore, armato di verbali e regolamenti, circondato da condomini che si dividono tra chi vuole discutere delle spese per l’ascensore e chi, con lo sguardo fisso, si chiede ancora chi abbia parcheggiato nel suo posto auto. Ora, prova a immaginare che questo amministratore non abbia alcuna preparazione specifica. Un “eroe improvvisato” che, invece di placare le tensioni, le alimenta. Ti fideresti di un chirurgo che opera senza laurea? Di un pilota che guida senza brevetto? No? Bene, allora perché mai un amministratore dovrebbe esercitare senza aver frequentato gli adeguati corsi amministratori condominio?

Cosa studiare per diventare amministratore condominiale?
Diventare amministratore di condominio significa gestire conti, normative, persone e, soprattutto, conflitti. Un buon amministratore deve conoscere diritto civile e condominiale, contabilità, sicurezza degli edifici e gestione dei fornitori. Per esercitare, la legge (art. 71-bis disp. att. c.c.) impone la frequenza di corsi amministratori condominio annuali presso enti certificati. Senza questa formazione, non si può amministrare alcun condominio.

Qual è il corso di aggiornamento obbligatorio per gli amministratori di condominio?
Se c’è una cosa certa nel mondo del condominio, è che le leggi cambiano. Per questo, l’amministratore ha l’obbligo di frequentare corsi di aggiornamento annuali di almeno 15 ore (D.M. 140/2014). Ogni anno, le normative si aggiornano, le sentenze della Cassazione offrono nuovi spunti e le esigenze dei condomini si evolvono. Ad esempio, fino a qualche anno fa nessuno parlava di GDPR e videosorveglianza, mentre oggi il tema è centrale nella gestione condominiale. Un amministratore che non si aggiorna è come un vecchio modem 56k in un mondo di fibra ottica: obsoleto, lento, inadeguato. Di più: non è legale.

Cosa succede se l’amministratore di condominio non segue i corsi di aggiornamento?
E qui il teatro condominiale assume tinte drammatiche. L’amministratore che non si aggiorna perde il diritto a esercitare. Ma non è solo una questione formale: in caso di errori gestionali dovuti alla mancata conoscenza delle normative aggiornate, il rischio di responsabilità civile e penale è concreto. Immagina un amministratore che ignora le nuove regole sulle barriere architettoniche e impedisce a un condomino disabile di esercitare un diritto garantito dalla legge. O che non sa gestire correttamente un fondo speciale per lavori straordinari, causando un buco nel bilancio condominiale. Le conseguenze? Revoca dell’incarico, richiesta di risarcimento danni e, nei casi più gravi, procedimenti legali. Insomma, i corsi di aggiornamento per amministratore di condominio on line o in presenza non sono solo un obbligo, ma una tutela: per l’amministratore stesso, per il condominio e per la serenità di chi lo abita.

Fare l’amministratore di condominio è un mestiere complesso, che richiede preparazione continua e una dose di ironia per affrontare le piccole grandi sfide della vita condominiale. La formazione non è un fastidioso obbligo burocratico, ma l’unico modo per garantire una gestione professionale e responsabile.

Se hai domande o vuoi approfondire il tema, scrivimi a studiolegalestefanini@gmail.com

Avv. Chiara Stefanini